Museo dei dolmen. Per tre mesi si potrà ammirare il leggendario Rotolo di Isaia

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Lugano, 13 mag. (Michela Zucconi, Il Giornale dell'Arte) - Un viaggio in Israele alla riscoperta dei luoghi della Terra Santa è l’occasione per approfondire la storia dei manoscritti di Qumran e del Rotolo di Isaia, con la guida di Marcello Fidanzio, professore ordinario alla Facoltà di Teologia di Lugano (Università della Svizzera Italiana) e ricercatore associato all’École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme e al Center for the Study of Manuscript Culture dell’Università di Amburgo. È uno dei massimi esperti della materia e lavora a Qumran dal 2011. 

Scoperto quasi 80 anni fa, il Rotolo di Isaia è il più antico manoscritto completo di un libro biblico (II sec. a.C.).

I manoscritti di Qumran sono testi in ebraico antico, aramaico e greco (circa mille rotoli) che provengono dalle grotte intorno all’abitato di Qumran, nei pressi delle rive settentrionali del Mar Morto.

Una scoperta archeologica leggendaria alla quale si sono dedicate già due generazioni di ricercatori. L’insediamento copre un arco temporale che va dal I secolo a.C. al 68 d.C., quando viene distrutto dai Romani nel corso della prima guerra giudaica (nel 70 d.C., Tito, figlio di Vespasiano, abbatté il Tempio di Gerusalemme). Il Rotolo di Isaia, lungo sette metri, composto da due rotoli poi cuciti insieme, svela interventi di scrittura in tempi diversi, con aggiunte e correzioni. Il testo si riferisce al Libro del profeta Isaia, che ritroviamo nella Bibbia ebraica e nell’Antico Testamento.

Per comprenderne l’eccezionalità e l’importanza, basti pensare che la Bibbia più antica risale all’XI secolo d.C. (quella contenuta nel «Codice di Aleppo», del X secolo, è stata danneggiata da un incendio, nel 1947), il manoscritto risale invece al II secolo a.C., mentre altri sono databili addirittura alla fine del III secolo a.C. Tutti sono ascrivibili alla letteratura religiosa giudaica (con diverse categorie di testi).

Qumran ha un valore storico culturale (e teologico) immenso e fortemente simbolico: il valore delle radici. In occasione dei 60 anni dalla fondazione del Santuario del Libro a Gerusalemme, nato per conservare i manoscritti di Qumran, questo fragile reperto uscirà dal caveau dov’è conservato e dal prossimo 15 dicembre, per tre mesi, sarà esposto al pubblico in una speciale sala climatizzata. Propedeutica alla visita del museo (firmato dagli architetti Armand P. Bartos e Frederic J. Kiesler) è l’osservazione del suo esterno.

Nulla è casuale. La cupola bianca, che ricorda i coperchi delle giare in cui venivano conservati i rotoli, si contrappone alla grande installazione nera a fianco: un’allusione al dualismo tra luce e tenebre di cui parlano alcuni testi in relazione alla comunità che viveva a Qumran. L’acqua della fontana si collega invece alle pratiche di purità, eseguite due volte al giorno. Varcata l’entrata, simile a un tempio egiziano, lasciandosi alle spalle la luce del giorno, si ha la suggestione di addentrarsi in una grotta.

Il lavoro più complesso affrontato dagli studiosi non è stato tanto tradurre, quanto ricomporre migliaia di frammenti degli altri rotoli man mano scoperti: ci sono voluti 10 anni per ricostruire il puzzle di testi in aramaico ed ebraico antico, per la maggior parte sconosciuti. Al tempo si conosceva unicamente il papiro Nash (con i dieci comandamenti e la preghiera Shemà).

Fidanzio ricorda che Claus-Hunno Hunzinger, ricercatore del team, per dare l’idea dell’immane compito, raccontava: «Immaginate di trovare in soffitta un vecchio baule contenente 600 lettere di ammiratori segreti della vostra bisnonna, tedeschi e di altre nazionalità, conosciuti in vacanza. Prendete le lettere, fatele a pezzettini, mischiateli bene, poi bruciatene due terzi. Da quello che rimane cercate di identificare gli autori e ricostruire il contenuto delle lettere, delineando le caratteristiche individuali nel corteggiare la vostra bisnonna e gli aspetti culturali e sociali del loro ambiente».

Gli studi sono stati portati avanti tra alterne vicende, dovute alla situazione politica e alle guerre in Medio Oriente, a fronte anche di grandi pressioni e di un’enorme risonanza mediatica.

Da: https://ilgiornaledellarte.com/Articolo/

Fonte foto: Wikipedia