Museo dei dolmen. Abido: alle origini della storia della civiltà egizia

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New York, 13 nov. (Gilberto Modonesi, Mediterraneo Antico) - Il 12 marzo 2019, all’età di 76 anni, è morto Gunter Dreyer, l’egittologo tedesco che negli anni ’80 ha ripreso gli scavi delle tombe delle dinastie 0-I-II nella necropoli protostorica di Umm el-Qaab (= la madre dei cocci), ad Abido, ottenendo importanti risultati anche per il significato complessivo di quest’area archeologica.

I re, sepolti in questa necropoli, in vita regnavano nella città di Thinis, non ancora ritrovata perché forse sepolta sotto la moderna città di Girga. Gli egittologi dell’Università di Pennsylvania e Yale-Institute of Fine Arts di New York hanno collaborato con i loro scavi alle grandi recinzioni di Abido a confermare la centralità di quest’area archeologica per il consolidamento dello stato nazionale in formazione.

Sia prima che dopo la II guerra mondiale gli scavi dell’inglese Walter Emery a Saqqara avevano fatto scoprire grandi tombe con la sovrastruttura a mastaba e una struttura sotterranea architettonicamente complessa, con numerosi ambienti a magazzino oltre alla camera funeraria.

I sigilli ritrovati in queste tombe riportavano i nomi dei re della I dinastia. Inoltre, attorno a queste tombe erano allineate numerose tombe sussidiarie, cioè tombe di persone presumibilmente sacrificate per accompagnare e servire nell’aldilà il titolare della tomba. Le tombe di Abido avevano delle stele sui due lati dell’ingresso con il nome del re e numerose tombe sussidiarie intorno, ma nel complesso la loro struttura era molto più semplice: una camera funeraria sotterranea con le pareti di legno di cedro e alcuni vani usati come magazzini. Le tombe erano ricoperte da tavole di legno e sopra mattoni ricoperti da sabbia e ciottolame a formare un tumulo di 2-3 metri.

L’egittologo inglese Walter Emery ha scavato, sia prima che dopo la II guerra mondiale, numerose tombe a mastaba della I e II dinastia a Saqqara nord. Nella ricerca della tomba di Imhotep, il costruttore della piramide a gradoni, Emery ha scoperto le necropoli degli animali, fra cui le tombe delle vacche madri dei tori Api. In una sua pubblicazione Emery mette a confronto le tombe di Abido con le mastabe contemporanee di Saqqara da cui risulta evidente la supremazia costruttiva delle tombe di Saqqara su quelle di Abido. L’ipotesi di Emery, condivisa da molti egittologi, era che le vere tombe reali della I dinastia fossero quelle di Saqqara e che le tombe di Abido fossero dei cenotafi. Emery considerava le recinzioni di Shunet el-Zebib, ad Abido, architetture militari costruite per garantire la massima protezione alla residenza reale, quindi indipendenti rispetto alle tombe di Abido.

I risultati degli scavi di Dreyer alle tombe e degli scavi americani alle grandi recinzioni a circa 1500 metri dalla necropoli hanno rovesciato questa tesi e convinto gli studiosi che le tombe reali della I dinastia sono quelle di Abido. Delle grandi recinzioni attualmente è visibile solo quella di Khasekhemuy, l’ultimo re della II dinastia. Gli scavi al suo interno non hanno dato grandi risultati; quindi, la funzione di queste recinzioni ha fatto sorgere molte ipotesi nel corso degli anni. Ora prevale l’interpretazione di David O’Connor e Andrew Adam, di cui diremo più avanti, gli egittologi che hanno guidato le missioni di scavo alle recinzioni.

La tomba predinastica U-j.

È stata scoperta da Dreyer nel 1988. È una costruzione di mattoni con 12 stanze completa di porte e di finestre. Più che essere il modello di una casa questo edificio voleva essere il modello di un palazzo. È stato trovato uno scettro d’avorio, prova che la tomba U-j apparteneva a un re della dinastia 00, forse un re di nome Scorpione (antecedente al re Scorpione della dinastia 0, conosciuto grazie alla grande mazza votiva conservata a Oxford). Una stanza conteneva parecchie centinaia di giare di vino importate da Canaan, Palestina. Ma, molto più importante, in una stanza sono state rinvenute 150 piccole etichette d’osso o d’avorio con scolpiti dei segni che sono le prime forme di scrittura geroglifica. Le etichette, con un angolo forato, dovevano essere legate a contenitori per indicarne la natura o la provenienza. Queste prime forme di scrittura risalgono al 3300 a.C. circa.

Le tombe regali della I dinastia. Le tombe regali di Abido mostrano a ovest uno spazio libero tra la parete della cappella e la linea delle tombe sussidiarie. Secondo l’interpretazione di Dreyer questa apertura era un’uscita secondaria, sul fondo della tomba, che consentiva all’ “anima” del re defunto di uscire a suo piacere dalla tomba per dirigersi verso un wadi a occidente, quindi per raggiungere l’aldilà.

Le pareti sotterranee della tomba erano fasciate da legno di cedro. All’interno delle tombe c’era un piccolo tumulo nascosto, non visibile all’esterno: forse era un simulacro del tumulo che simboleggia l’inizio della creazione. Questa sorta di tumulo era pure ben presente anche nelle tombe di Saqqara.
La tomba di Djer, il terzo re della I dinastia, in anni posteriori è stata considerata la tomba del dio Osiri. Anche per questo motivo l’area è ricca di cocci, tanto da dare nome alla zona, Umm el-Qaab: sono i resti delle offerte dei fedeli. Gli scavi del Petrie hanno scoperto che la discesa per entrare nella tomba del re Semerkhet era stata ricoperta con sabbia in cui era stata versata una enorme quantità di unguento, tanto che la tomba ne profumava ancora.

I re della II dinastia15.

I primi re della seconda dinastia sono stati sepolti a Saqqara. I loro nomi sono: Hotepsekhemwy, Nebra, Ninetjer, Senedj, Sekhemib. La tomba di Hotepsekhemwy si svolge in un’immensa serie di cunicoli sotterranei sotto il tempio funerario del re Unas a Saqqara. La tomba di Ninetjer è altrettanto complessa.

Il nome di Hotepsekhemwy (= i due poteri -Horus e Seth- sono in pace) lascia presumere che la nuova destinazione, da Abido a Saqqara, sia avvenuta in pace. Ma le due stele del penultimo re della II dinastia, Peribsen, mostrano che il patrono della regalità è Seth, non Horus, e le due statue di Khasekhem, l’ultimo re della dinastia, mostrano sulla base scene di guerra e di caduti; nella sua stele sopra il nome del re compaiono il falco Horus e l’animale di Seth insieme.

Il suo nome Khasekhem, “il potere è apparso”, diventa Khasekhemwuy, “i due poteri -Horus e Seth- sono apparsi”. Sembra che l’Egitto si fosse suddiviso tra un regno del Basso Egitto e un regno dell’Alto Egitto riunificati militarmente da Khasekhem/Khasekhemwy.
Gli ultimi due re della seconda dinastia, Peribsen e Khasekhemwuy, sono stati sepolti di nuovo ad Abido.

Le tombe sussidiarie.

Le tombe regali erano circondate sui lati da tombe con vani di misure diverse per accogliere i corpi di personaggi diversi per ruolo e importanza. Le tombe avevano stele grezze con i nomi dei defunti che erano parenti del re, cortigiani e ufficiali, servi maschili e femminili, nani e cani. Non è possibile determinare come e in quale modo siano morti. L’ipotesi più probabile è che siano morti per veleno,18ma sembra che siano stati rilevati alcuni corpi con segni di strangolamento.
Le tombe reali avevano due stele ai lati dell’ingresso della tomba. Riproduco le immagini delle stele a lato del numero di tombe sussidiarie rilevato per ogni re dalla I dinastia:

Le grandi recinzioni.

Sono localizzate nell’area di Abido chiamata Shunet el-Zebib (= “magazzino dell’uva”, nome alquanto misterioso. Gli scavi effettuati negli anni 1980-2005 hanno fatto ritrovare i resti delle recinzioni di quasi tutti i re della I dinastia e della regina madre Merneith. Il re Aha ne aveva addirittura tre, anche se di piccole dimensioni, a ognuna delle quali si cerca di dare un significato. Alcune recinzioni erano corredate da sepolture sussidiarie. Vicino alle recinzioni di Djer e Djet sono state trovate tre tombe che contenevano non meno di 10 asini.

Attualmente l’unica recinzione visibile è quella dell’ultimo re della II dinastia, Khasekhemwy: le pareti si elevano fino a 11 metri e la recinzione è di 120 x 61 metri. Le pareti, che presentano i recessi tipici degli edifici regali, sono state stuccate e sbiancate. Gli scavi all’interno della grande doppia recinzione di Khasakhemwy hanno fatto ritrovare solo i resti di un piccolo edificio di mattoni vicino all’angolo orientale, una cappella di culto, e nel quadrante occidentale un bacino realizzato in un tempo precedente. L’ingresso della recinzione si trovava nell’angolo sud-est ed era chiuso da una porta; un altro portale era nell’angolo nord-est. Nel tempo sono state formulate molte ipotesi sul significato di queste recinzioni che comunque erano associate alle tombe regali.

Anche attorno alle recinzioni sono state trovate sepolture sussidiarie: Aha 6 – Djer 269 – Djet 154 – Merneith 80; per le altre recinzioni il numero è indeterminato. Che fossero persone sacrificate appare evidente nella recinzione delle tombe di Aha e di Semerkhet: la copertura delle tombe regali e delle tombe sussidiarie era comune; quindi, la loro sepoltura era avvenuta in contemporanea con quella del re. Le tombe sussidiarie delle recinzioni dovevano contenere, diversamente da quelle delle tombe regali, corpi di servi e artigiani: infatti essi avevano con sé nella tomba strumenti di lavoro (coltelli, asce, scalpelli, aghi e accette).

Tombe reali, tombe sussidiarie e recinzioni costituivano concettualmente un complesso unitario. Gli scavi hanno dimostrato che le grandi recinzioni precedenti quella di Khasekhemwy erano state demolite subito dopo la sepoltura del re. Evidentemente ciò avveniva perché esse avevano esaurito la loro funzione con la sepoltura del re. La tomba era il luogo in cui si realizzava la trasformazione del re e il suo passaggio nell’aldilà. Coloro che erano sepolti nelle tombe sussidiarie lo seguivano immediatamente per esaudire i suoi bisogni correnti, le sue volontà e i suoi piaceri (ad esempio i cani per andare a caccia). Le grandi recinzione rappresentavano simbolicamente ciò su cui si esercitava il potere del re: il palazzo reale, la città, il territorio con le relative attività svolte dalla popolazione. Le tombe sussidiarie delle recinzioni erano infatti destinate a servi, artigiani, asini. Con la morte del re tutto ciò che simbolicamente era rappresentato dalla recinzione si trasferiva nell’aldilà per mantenere intatto il potere regale anche nell’aldilà.

Le navi sepolte.

A sud-est della recinzione di Khasekhemwy sono state scoperte 12 fosse nel 1991 che contenevano simulacri di barche; altre due fosse sono state scoperte nel 2000 portando il totale delle barche a 14.
Lo studio delle barche ha stabilito che esse sono della I dinastia, ma non è stato individuato il re che ha ordinato la formazione di questa squadra navale. La sovrastruttura, composta di mattoni di fango, si presenta lunga e stretta; in essa era racchiuso uno scafo di legno con le stesse proporzioni. Le 14 fosse sono distribuite su uno spazio di circa 6o metri; ogni barca è sepolta sotto uno strato di sabbia e ciottolame alto circa 50 cm. e largo circa 60 cm; la lunghezza media delle fosse è di 26,5 metri e quella delle navi di 18-19 metri. Trattandosi di simulacri di navi il loro significato non può che essere simbolico: forse per viaggiare in cielo con il dio sole.

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Fonte foto: Antiquities Cairo