15 mar. - La Commissione europea prevede 864.000 posti vacanti nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) entro il 2015. Il numero di neo laureati e di lavoratori qualificati nel campo delle ICT, infatti, non è sufficiente a coprire il fabbisogno annuale di circa 100.000 unità nel settore digitale. Si registra addirittura un calo dei laureati nelle discipline attinenti e il pensionamento di una fascia di lavoratori occupati nel settore, con il rischio oggettivo di mettere a repentaglio le potenzialità di crescita dell'occupazione. Occorre, quindi - secondo la Commissione - potenziare l'istruzione nel campo delle scienze, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica, nonché favorire l'interesse nelle carriere in questi settori, in particolare tra le donne.
Già in occasione del Forum economico mondiale di Davos (Svizzera), nel 2011, sono stati raccolti i progetti della Commissione e gli impegni concreti per l'occupazione di nuovi posti di lavoro, i tirocini, la formazione, i finanziamenti allo start-up delle imprese, accanto agli ulteriori impegni da parte dei governi nazionali, delle imprese tecnologiche, delle parti sociali, delle società erogatrici di servizi per l'occupazione e delle organizzazioni della società civile.
Tra i progetti attualmente già in essere, si registra l' "Academy Cube", una nuova piattaforma di apprendimento online per i giovani e un modulo di formazione di nuova concezione per installatori di reti energetiche intelligenti. La Commissione sta inoltre avviando 'Startup Europe', una piattaforma unica che riunisce strumenti e programmi di sostegno per cittadini desiderosi di creare e far crescere nuove start-up digitali in Europa.
Parallelamente alla riunione tenutasi a Bruxelles lo scorso 15 marzo, quindici aziende e organizzazioni hanno sottoscritto, sotto l'egida della Commissione, un accordo, denominato "Grande coalizione" per la realizzazione dei progetti comunitari.
La Commissione ha sollecitato l'impegno degli operatori pubblici e privati nei settori cruciali della formazione, per assicurare che le competenze acquisite dai cittadini siano effettivamente quelle di cui le aziende abbiano necessità; la mobilità, per eliminare carenze o eccedenze nelle diverse aree urbane; la certificazione delle competenze; la possibilità di carriere gratificanti e ben retribuite nel settore digitale; i metodi didattici innovativi. Inoltre, garantendo che i lavoratori dell'UE siano in possesso delle competenze necessarie, si potranno attirare investimenti chiave ed evitare perdite di posti di lavoro a favore di altre regioni del mondo, come evidenziato nel documento di lavoro pubblicato nell'ambito del pacchetto occupazione.
Già nel novembre 2012, la Commissione ha lanciato la strategia 'Ripensare l'istruzione', collegandola a maggiori investimenti nazionali per migliorare i sistemi d'istruzione e di formazione professionale, in particolar modo nel settore delle ICT, alla comprensione degli obiettivi per massimizzarne l'impatto in tempi di austerità finanziaria. Nel dicembre successivo, la Commissione ha lanciato 'Eu Skills Panorama', un sito internet che raccoglie informazioni quantitative e qualitative sul fabbisogno, l'offerta e il divario tra e domanda e offerta di competenze, a breve e medio termine. Il sito mette in evidenza le professioni in rapida crescita e le 'strozzature' che interessano le professioni dove si registra un più alto numero di posti vacanti.
Entro l'estate, si prevede l'adozione dell'iniziativa congiunta dei commissari Androulla Vassiliou e Neelie Kroes, denominata "Opening up Education", che mira a rendere più accessibile l'istruzione grazie a tecnologie e risorse educative aperte.
(RLNews)