
Macomer, 3 ott. (Alessandra Porcu, Nuova Sardegna) - La scoperta è di quelle che lasciano il segno. E di certo nessuno, tra gli addetti ai lavori, avrebbe mai pensato di imbattersi in una tomba dei giganti. Il ritrovamento è avvenuto in località Meriaga, nel corso delle operazioni di archeologia preventiva dei lavori di Anas.
Quello che il gruppo coordinato dall’archeologa Michela Migaleddu si è trovato davanti è un monumento che, presumibilmente, può essere datato tra il XV e il XIII secolo a.C., ossia tra la fine del Bronzo medio e il Bronzo recente.
Mai prima d’ora, nonostante i numerosi studi e i diversi sopralluoghi condotti nella zona in questione, ci si era accorti della presenza del manufatto. Sebbene l’accurata pulizia del posto, i rilievi e la documentazione raccolta, questo prezioso tesoro millenario era rimasto nascosto. Ora tutto è cambiato e il team di professionisti dell’Azienda nazionale autonoma delle strade potrà aggiungere un tassello che va a completare il quadro storico-archeologico del passaggio antropico nel quale si inserisce.
Il punto preciso in cui il monumento è stato ritrovato svela l’importanza strategica della scelta topografica effettuata millenni orsono. Nelle immediate vicinanze ci sono un nuraghe e il suo villaggio. A poca distanza altre due fortezze preistoriche. Elemento non casuale che ha portato gli studiosi a credere che la tomba dei giganti potrebbe rappresentare proprio l’area funeraria dei nuraghi Ruiu e Basones.
Ma c’è di più. L’insistere, nella medesima area, del passaggio di una strada romana e di un più tardo percorso utilizzato fino a pochi decenni fa, sono gli indicatori della presenza di una direttrice di rilievo per il passaggio di uomini e animali continuamente frequentata a partire almeno dall’età preistorica.
«Al fine di salvaguardarlo e conservarlo, il monumento è stato reinterrato – spiega l’assessore comunale alla Cultura, Tiziana Atzori –. I nostri uffici provvederanno ad avviare tutte le procedure tecnico amministrative e a dare avvio alle interlocuzioni con gli enti preposti. Auspichiamo, quanto prima, che si possa portare alla luce la bellezza e la storia di questa tomba dei giganti che arricchisce e aggiunge ancora più valore al nostro meraviglioso patrimonio culturale. La scoperta del manufatto è giunta inaspettata ma quanto mai gradita. Sarà da stimolo per tutelare e valorizzare maggiormente le bellezze di cui siamo circondati. Queste possono e devono continuare a fungere da attrattori per i turisti e per i curiosi che vorranno ammirarli e da volano per l’economia della città di Macomer e del suo territorio».
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Autore foto: F. Bardanzellu