Museo dei dolmen. Un nuovo anfiteatro nella città romana di Augusta Raurica

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Basilea, 16 mag. (Il Fatto Storico) - In Svizzera una squadra di archeologi si è imbattuta nelle rovine di un piccolo anfiteatro di epoca romana, la cui esistenza era finora sconosciuta. Il sito è l’antica Augusta Raurica, una importante città di frontiera che dove sono ancora visibili le rovine di un teatro e di un grande anfiteatro ad arcate del III secolo d.C.

La recente costruzione di una rimessa per barche ha però svelato l’inaspettata impronta di un altro anfiteatro di diversa tipologia. L’archeologo Jakob Baerlocher spiega a Il Fatto Storico perché risalirebbe al IV secolo d.C.

La costruzione di un nuovo edificio per il club di canottaggio di Basilea sul Reno a Kaiseraugst è stata accompagnata all’inizio di dicembre 2021 da una squadra di archeologi del cantone di Argovia. Il sito interessava una cava abbandonata già all’epoca dei Romani, e dunque non erano previste vestigia. Invece è venuto alla luce un anello ovale di mura. Il complesso è lungo circa 50 metri e largo 40, immediatamente a ovest del Castrum Rauracense, il forte di età tardoantica.

Gli archeologi hanno scoperto un grande ingresso a sud fiancheggiato da due accessi laterali più piccoli. Un’altra, ampia soglia in blocchi di arenaria mostra un ingresso sul lato ovest. Le tribune erano costituite da impalcature in legno: nel terreno rimangono ancora le impronte dei pali di sostegno. Tutte le prove insieme – la forma ovale, gli ingressi e le buche – sono i segni di un anfiteatro.

I piccoli anfiteatri in legno e terrapieno si diffusero in età repubblicana fino al I secolo d.C., tuttavia ci sono alcuni elementi che fanno ritenere all’archeologo che dirige lo scavo, Jakob Baerlocher, che si tratti di un’opera tardoantica, quando la città nell’entroterra era in declino e sul fiume sorgeva un forte militare. «L’anfiteatro fu costruito in una cava romana già interrata in quel momento. È quindi cronologicamente più giovane.

Dai più bassi riempimenti di questa cava sono disponibili reperti del primo e medio periodo imperiale», ha dichiarato a Il Fatto Storico. Ci sono inoltre similitudini col muro del Castrum Rauracense costruito nel 300 d.C. a poca distanza: entrambi furono edificati con materiali recuperati da altri edifici, e le malte (“malta di calce e malta terrazzo”) sono simili. «Se si tratta davvero delle stesse malte dovrebbe essere verificato dall’analisi scientifica», ha detto.

In una piccola trincea nell’arena, coperta dagli strati di demolizione dell’anfiteatro, è stata rinvenuta una moneta dell’imperatore Costanzo II (337-361). C’è infine una considerazione storica da fare: «Ad Augusta Raurica esisteva già un anfiteatro nel II e III secolo e di conseguenza non c’era motivo di costruirne un altro in quell’epoca», ha dichiarato ancora Baerlocher a Il Fatto Storico. «La costruzione di un nuovo anfiteatro ha senso solo nel IV secolo. In quel periodo il centro della città si spostò nel castrum sul Reno, costruito intorno al 300, e la città alta, compreso l’antico anfiteatro, era già stata abbandonata».

Se l’ipotesi venisse confermata, si tratterebbe del più recente anfiteatro romano costruito. La nuova costruzione verrà adattata in modo tale da preservare i resti dell’anfiteatro nella sua posizione originale.

Da: https://ilfattostorico.com/

Fonte foto: Travelephesus.net