L'ipotesi di "prestito previdenziale" del governo Letta resta sul tavolo del nuovo ministro del lavoro

prepensionati

15 feb. - Il nuovo ministro del Lavoro del Lavoro del governo Renzi potrà dar corso al progetto del suo predecessore Enrico Giovannini relativo all'anticipo della pensione per alcuni lavoratori in possesso di requisiti ben precisi, per aumentare la flessibilità previdenziale in uscita e favorire l'occupazione giovanile.

L'ipotesi allo studio del precedente ministro prevedeva un sostegno economico sotto forma di "prestito pensionistico" sostenuto contemporaneamente dallo Stato, dalle aziende anche al di sotto dei 15 dipendenti e, su base volontaria, dei lavoratori che, dopo il pensionamento, avrebbero gradualmente restituito.

Lo strumento in questione, fermi restando i requisiti dell'attuale normativa, avrebbe garantito un reddito transitorio per i lavoratori con ancora 2-3 anni da maturare per raggiungere l'età minima del pensionamento e almeno 35 o 36 anni di contributi già versati; ovvero un montante contributivo capace di garantiere una futura pensione pari a 1,7-2 volte quella minima.

Ciò consentirebbe di fare spazio ai giovani il cui ingresso nel mondo del lavoro è stato ostacolato dalla riforma Fornero che ha allungato l'età lavorativa, fermi restando i limiti di bilancio dei vari "patti di stabilità". Sotto tale punto di vista l'opzione della cosiddetta staffetta generazionale, che ipottizzava di accompagnare alla pensione i lavoratori anziani, proponendo loro un part time sino al raggiungimento dei requisiti pensionistici, sembra rivelarsi troppo oneroso.

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