Caro energia, l’impatto delle regole UE. Come vivremo nel 2023

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Bruxelles, 15 sett. (Qui Finanza) – Manca ancora un accordo vincolante sul tetto al prezzo del gas, una delle principali battaglie portata avanti da Mario Draghi in Europa, per il quale occorrerà attendere ancora che si trovi un compromesso con Olanda e Germania, ancora indecise sul da farsi (l’Olanda per i guadagni che ha dal mercaro del gas di Amsterdam, la Germania per gli oggettivi problemi di approvvigionamento).

Ma intanto l’Ue ha fissato le regole generali per affrontare l’inverno in arrivo e il 2023, vero punto di svolta dell’Unione che punta a smarcarsi dalla dipendenza russa. “Sono tempi duri – ha detto ieri la von der Leyen al Parlamento Europeo – ma alla fine prevarremo noi“.

Ridurre i consumi
La Commissione europea propone una serie di misure “temporanee” per ridurre i prezzi dell’energia in vista dell’inverno. Per ridurre la domanda nei momenti di picco, che fa entrare in gioco l’energia più costosa, la Commissione propone di introdurre l’obbligo di ridurre il consumo di elettricità di almeno il 5% durante determinate ore di picco. Gli Stati dovranno identificare il 10% delle ore con il prezzo maggiore previsto e ridurre la domanda in queste ore.

Tetto ai ricavi
La Commissione propone anche di ridurre la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10% entro fine marzo 2023 (non indica rispetto a quando). Le misure allo scopo, che possono prevedere compensazioni finanziarie, verranno individuate dai Paesi membri. L’esecutivo Ue propone inoltre di introdurre un tetto ai ricavi dei cosiddetti produttori inframarginali, cioè le imprese che producono energia da fonti meno care del gas, come le rinnovabili, il nucleare e il carbone. Il tetto viene fissato a 180 euro per megawattora. I ricavi verranno raccolti dagli Stati e destinati ad aiutare i consumatori a ridurre le bollette.

Extra utili
Viene poi proposto un prelievo di solidarietà temporaneo sugli utili extra delle compagnie petrolifere, per le imprese del settore del gas, del carbone e della raffinazione. Il prelievo avverrà calcolandolo sugli utili dell’esercizio 2022 che siano cresciuti di oltre il 20% rispetto alla media dei precedenti tre anni. La Commissione propone inoltre di consentire prezzi regolati sottocosto per l’energia elettrica, espandendo i prezzi amministrati per coprire anche le imprese piccole e medie.

Il piano di risparmio del Governo
In attesa che vengano applicate queste nuove regole europee, c’è in campo il piano di risparmio predisposto dal Governo italiano. La stretta sul riscaldamento – con un grado in meno, l’accensione ridotta di un ora al giorno e di 15 giorni l’anno, potrebbe alleggerire la bolletta.

Il price cap al gas
Come accennato, manca ancora l’accordo sul tetto a prezzo del gas. E’ divenuta sempre più palese l’opposizione a un tetto generalizzato al prezzo del gas, misura che avrebbe un impatto significativo ma che ridurrebbe, e non poco, il guadagno di diversi Paesi europei, dalla Norvegia che ne produce tanto all’Olanda che ospita, ad Amsterdam, una Borsa che avrebbe visto ridimensionarsi il suo peso e le commissioni che la alimentano.

L’Ue – come ha detto la von der Leyen – “svilupperà con gli Stati membri una serie di misure che tengano conto della specifica natura dei nostri rapporti con i fornitori” di gas, da “fornitori inaffidabili come la Russia ad amici come la Norvegia. Ho concordato con il primo ministro norvegese di creare una task force” per abbassare i prezzi del gas. Si procederà poi a una riforma strutturale. “L’attuale struttura del mercato elettrico non rende più giustizia ai consumatori, che dovrebbero ricavare benefici dalle rinnovabili. Pertanto, dobbiamo disaccoppiare l’influenza dominante del gas e il prezzo dell’elettricità. Per questo faremo una riforma profonda e complessiva del mercato dell’elettricità”.

Se un tetto ci sarà, sarà sugli extraprofitti e non sul prezzo. “Proponiamo un tetto ai ricavi delle compagnie che producono elettricità a basso costo”. Il tetto ai ricavi dovrebbe generare “oltre 140 mld di euro per gli Stati membri, per attutire direttamente il colpo. E poiché siamo in una crisi da combustibili fossili, anche l’industria delle fonti fossili ha doveri speciali. Le grandi compagnie petrolifere, del gas e del carbone stanno realizzando enormi profitti. Quindi devono pagare una quota equa. Devono dare un contributo in tempi di crisi”.

Da: www.quifinanza.it

Fonte foto: Euronews