Da sarti in Lombardia a cuochi in Sardegna i mestieri 'snobbati'

mestierisnobbatiMonza, 9 ott. (Labitalia) - Nonostante la difficile situazione del mercato del lavoro, con la disoccupazione giovanile in Italia che ha raggiunto il 44,2%, ci sono ancora professioni nel nostro Paese di difficile reperimento e lavori che nessuno vuole o è in grado di fare.

Così, facendo il giro delle regioni, si scopre che in Lombardia non piacciono i mestieri antichi.

È quanto emerge da un'elaborazione dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Sistema Informativo Excelsior 2014.

Le figure di lattonieri e stagnini sono difficili da reperire nel 77,8% dei casi richiesti; così come non è facile trovare un tappezziere (71,4%). E nella regione della moda si fatica a rintracciare sarti e modellisti (44,4%, vale a dire per un fabbisogno di 180 nuovi addetti 80 figure sono 'scoperte').

Nel Lazio, terra di turismo, mancano all’appello 270 accompagnatori turistici. In Liguria, scarseggiano i gelatai e pasticcieri, oltre ai falegnami. In Piemonte, le imprese hanno difficoltà nel trovare esperti di pubbliche relazioni e mancano i 'pony express'. In Trentino Alto Adige, non è semplice assumere agronomi. Se volete un ingegnere elettrotecnico, un tecnico della sicurezza e un idraulico, poi, non cercatelo in Veneto. Mancano i cuochi in Friuli, Abruzzo e Sardegna.

Gli elettricisti scarseggiano in Puglia e in Toscana, in Emilia Romagna i contabili addetti alle buste paga. Si cercano vasai in Umbria. Nelle Marche si fatica a trovare carpentieri e esperti di marketing. In Campania difettano i professionisti dell’informatica, tra tecnici programmatori e analisti di software. Fisioterapisti si cercano in Sicilia, in Calabria camerieri e in Basilicata esperti di beni culturali.
 
“La presenza di imprenditori che investono e mettono in campo nuove assunzioni - ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza - rappresenta oggi uno stimolo per il sistema economico e sociale. Ora è necessario ripartire dalle imprese, con interventi che riducano il peso burocratico e quello fiscale, sostenendone la crescita che a sua volta genera occupazione, soprattutto per i giovani”.

Da: www.adnkronos.com