Nelle aziende trovano lavoro i più stupidi. La ricerca

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12 ott. (Qui Finanza) – In tempi in cui l’occupazione diventa per sempre più persone un’autentica chimera, ad aumentare il carico arriva dall’America un libro che fa parecchio discutere: André Spicer – professore di comportamento organizzativo alla City University di Londra – e il collega Mats Alvesson, nel loro ultimo libro, The Stupidity Paradox, hanno voluto analizzare i risultati di diverse ricerche condotte negli ultimi anni in aziende americane e inglesi sull’intelligenza di dipendenti e manager. Risultato: Per avere successo nel mondo del lavoro bisogna esser stupidi.

LO STUDIO – In America ogni anno, stando ai numeri riportati in The Stupidity Paradox e ripresi dal sito pagina99, si spendono 14 miliardi di dollari per la crescita professionale dei manager, ma senza che questi sforzi economici abbiano un reale impatto nella qualità lavorativa dei leader.

La stupidità, secondo i due studiosi, oggi si è insinuata anche a livello strutturale nelle aziende, creando la “corporate stupidity”. Le società guardano solo alla propria cultura aziendale, portando i dipendenti ad avere una visione limitata e parziale del mondo.

LE CAUSE – Innanzitutto le aziende sono naturalmente portate ad assumere neolaureati con ottimi punteggi e provenienti dalle università più prestigiose. I dipendenti con un curriculum accademico meno brillante, per contro, hanno maggiori probabilità di costruirsi una carriera, perché sono maggiormente portati a “spegnere” il cervello una volta entrati in ufficio e a pensare meno, caratteristiche che vengono spesso premiate.

Chi commette errori o lavora con superficialità all’interno di una grande azienda, spiegano Spicer e Alvesson, facilmente passa inosservato. Soprattutto se si tratta di grandi manager, che una volta giunti al vertice diventano, secondo lo studio, come dei burocrati, impegnati spesso in attività in cui l’utilizzo delle proprie facoltà mentali è scarso, anche se agli occhi dei propri sottoposti si tratta di posizioni che richiedono una grandissima preparazione e doti d’intelletto superiori alla media.

Da: www.quifinanza.it

Fonte foto: Qui Finanza