L’Italia giovane non si arrende: 300 imprese al giorno dagli under 35

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Roma, 30 gen. (Teleborsa)- Nelle ore in cui si fa un gran parlare del Reddito di Cittadinanza con tanto di polemiche annesse riguardo il rischio che la misura si trasformi in un incentivo a non lavorare, cullandosi su una somma sicura mensile senza dover battere ciglio o quasi, c’è un dato a far tirare un sospiro di sollievo: le nuove generazioni in Italia sono una realtà da primato nell’inventarsi il lavoro con 560mila imprese condotte da under 35 che collocano il Belpaese ai vertici dell’Unione Europea in termini di numero di giovani imprenditori.

È quanto emerge dallo studio su “I giovani italiani che creano lavoro” presentato in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa della Coldiretti. Un vero e proprio esercito di giovani italiani che non siede sugli allori con l’apertura di circa 300 imprese al giorno nel 2018.

Il risultato è che in Italia quasi una impresa su dieci è condotta da giovani (9%), ma la percentuale sale al 30% tra quelle di nuova apertura nei primi nove mesi del 2018 secondo le elaborazioni su dati Unioncamere. La presenza di giovani si estende a tutti i settori produttivi, dall’agricoltura all’artigianato, dall’industria al commercio fino ai servizi, ma quelle più gettonate sono, nell’ordine, il commercio al dettaglio, le attività di ristorazione e le coltivazioni agricole e l’allevamento.

I PIU’ INTRAPRENDENTI D’EUROPA – In Italia i giovani di età compresa tra i 25 ed i 34 anni che hanno un lavoro autonomo sono il 90% in più della Spagna, il 60% in più della Germania, il 53% in più della Francia e in generale sono pari ad un quarto del totale dell’area Euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurostat dalle quali emerge che i giovani italiani sono i più intraprendenti dell’Unione Europea.

FAMIGLIA VALORE AGGIUNTO – Un dato che solo apparentemente stride con le ultime statistiche secondo le quali in Italia è pari al 66,4% la percentuale di giovani (18-34 anni) che vivono ancora con i genitori nel 2017 rispetto alla media europea del 50%. In realtà questo legame si evidenzia anche nell’elevato numero di imprese familiari la cui presenza varia da quasi il 60% nel mercato azionario italiano a circa il 90% in settori come l’agricoltura.

Una specificità tutt’altro che negativa perché ha permesso il radicamento territoriale di molte attività imprenditoriali che altrimenti avrebbero rischiato la delocalizzazione. La famiglia in Italia è un punto di riferimento perché al suo interno ha le risorse per sopportare meglio la crisi dal punto di vista economico, ma è anche in molti casi è una palestra ed un trampolino di lancio per consentire ai giovani di esprimere la propria creatività e intraprendenza.

Da: www.quifinanza.it

Fonte foto: Trova Finanziamento