Covid Italia, centri commerciali in ginocchio: -60% ingressi ogni giorno

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Roma, 18 nov. (AdnKronos) -  "I dati che abbiamo, anche dove siamo aperti, parlano di un -50/-60% ingressi tutti i giorni. Con un aggravante: comunque i centri commerciali stanno mantenendo aperti a beneficio dei cittadini i servizi essenziali. Ma tenere aperto un centro commerciale perchè c'è il supermercato significa sanificarlo, pulirlo, vigilarlo. Quindi le spese fisse ci sono ma per tenere aperto una piccola parte del centro commerciale stesso. Di fatto, non abbiamo i clienti, abbiamo i negozi chiusi, ma dobbiamo pagare la vigilanza e le pulizie come se fossimo a pieno regime".

Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Roberto Zoia, presidente del Consiglio nazionale dei Centri Commerciali, lancia l'allarme sugli effetti delle restrizioni anti Covid-19 sugli affari dei centri commerciali.

I centri commerciali sono chiusi tutti i giorni nelle zone rosse, e solo nel week end nelle zone gialle e arancioni, tranne appunto i servizi essenziali. "Io fino a 3-4 settimane fa io parlavo di qualche decina di migliaia di posti di lavoro a rischio, oggi purtroppo devo ammettere che siamo alle centinaia di migliaia anche perchè finito il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione sarà veramente un bagno di sangue", sottolinea Zoia.

"Oggi viviamo -rimarca Zoia- una situazione paradossale con centinaia di migliaia di persone che perderanno il posto di lavoro se andiamo avanti così e c'è chi sta vivendo, come ha detto Confesercenti questa mattina, in un regime di monopolio" come nell'on line. "E' una situazione grave e drammatica non solo per i centri commerciali ma per il Paese. Chiudere le aziende di commercio fisico, senza aver posto delle limitazioni sulla possibilità che gli acquisti di Natale siano fatti attraverso altre forme mette tutti in ginocchio", attacca Zoia.

"Noi abbiamo presentato delle richieste al governo sia per il breve periodo sia per una politica di ripresa dei consumi che è chiaro che deve essere fatta. Vedremo se ci saranno risposte adeguate che potranno mitigare la situazione ma ad oggi è nera" "Le incognite in questo momento -spiega Zoia- sono tantissime. Quel che è certo è che ogni giorno che passa sono danni che difficilmente si recupereranno nel 2021. Capisco il governo, capisco che c'è un problema di salute pubblica ma non mi sembra che ci siano i paracadute adeguati per salvare un comparto come quello del commercio che è in ginocchio", aggiunge ancora

"E' un problema -rimarca- dell'intero settore del commercio fisico. Una quota enorme di aziende produttive del Paese che sono in ginocchio e non riesco a capire cosa si stia facendo per aiutarle", sottolinea Zoia.

E per i centri commerciali sono a rischio anche le vendite per le festività del Natale e di fine anno'. "Non abbiamo previsioni di vendite -spiega Zoia- per il Natale. Intanto, bisogna vedere quando potremo riaprire, come e cioè con che tipo di limitazioni per i cittadini, e se qualcuno non avrà ancora fatto i propri acquisti on line e sarà disposto ad acquistare da noi. Ma anche se ci faranno riaprire a dicembre il rischio concreto è che la gente abbia già acquistato tutto attraverso altre forme, in particolare on line. E questo ci metterà ancora di più in ginocchio", aggiunge-

"Già è andato male il Black friday che l'anno scorso -ricorda Zoia- fu un altro Natale dal punto di vista degli acquisti, ma se andiamo avanti così il Natale sarà ancora peggio. I centri commerciali sono chiusi nelle zone rosse, e chiusi nel week end nelle zone gialle e arancioni. Ma già nelle arancioni c'è una limitazione ai movimenti visto che la gente non può andare da un comune all'altro e quindi significa che per buona parte dei centri commerciali che hanno un bacino di gravitazione sovra comunale ovviamente questo crea dei grossissimi problemi. A Milano ad esempio i centri commerciali sono tutti nei comuni di cintura", sottolinea.

E ogni giorno che passa con le restrizioni, secondo Zoia, allontana gli italiani dagli acquisti di Natale nei negozi dei centri commerciali. "Abbiamo già visto la risposta che abbiamo avuto dopo la fine del primo lockdown da parte dei nostri clienti che sono molto fidelizzati e ce lo hanno dimostrato. E siamo sicuri che anche a Natale ci verrano a trovare... ma a fare che cosa? Questo perchè ci dobbiamo dire la verità: per ogni giorno di chiusura per i centri commerciali che passa non è che le persone attendono che si riaprano i negozi. Li fanno altrove", conclude amaro Zoia.

Da: www.adnkronos.com

Autore foto: lyzadanger, Wikimedia