Boom di assunzioni nel turismo prima dell’estate? Ecco chi cerca (e non riesce a trovare)

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Roma, 21 apr. (Qui Finanza) – Una crisi che sembra non destinata a rientrare nel breve termine, prima per i continui lockdown imposti dall’emergenza Covid ora per mancanza di personale qualificato da assumere.

Sarebbero 70 mila figure mancanti nel comparto del turismo, senza le quali pensare ad una ripartenza prima dell’estate sembra oggi più che impossibile (o comunque molto difficile). Ma quali sono i profili più ricercati? Quelli più difficili da trovare?

Quali sono le aziende che assumono (ma non riescono a trovare)
A lanciare l’allarme è stata l’associazione Conflavoro PMI, secondo cui – in base alle stime fatte – nel settore del turismo mancano, in Italia, 70 mila lavoratori qualificati.

Le aziende che sono intenzione ad assumere, specialmente in vista dell’estate (quando il lavoro per queste categorie tendenzialmente aumenta), sono soprattutto quelle operanti nell’indotto alberghiero. In percentuale, ci sarebbe circa il 40% in meno di personale (rispetto a quello necessario a far fronte alla domanda di turisti, su tutto il territorio nazionale, in arrivo nel periodo estivo).

Dopo una Pasqua segnata soprattutto da spostamenti interni e piccole gite fuoriporta, nel Paese è stato stimato un aumento di vacanzieri stranieri non indifferente, conseguenza anche della fine delle restrizioni Covid e dell’apertura dei confini nazionali e internazionali (qui il calendario delle riaperture, mentre qui vi abbiamo spiegato dove potrebbe continuare a essere valido l’obbligo di indossare le mascherine a maggio).

Una mancanza di personale qualificato potrebbe essere la causa di non pochi disservizi, e questa notizia – data poco prima dell’inizio della stagione di ripresa dopo la grande crisi – sta suscitando non poche preoccupazioni.

Boom di richieste di lavoro, ma manca il personale: il piano per salvare l’estate
Confolavoro, dopo aver fatto luce sulla questione, ha provato ad avanzare una serie di proposte finalizzate a “salvare” l’estate e, in particolar modo, il turismo italiano.

I motivi che rendono difficile trovare personale qualificato sono essenzialmente due: una paga non proporzionata alle ore di lavoro e pochi professionisti qualificati. Essendo il lavoro nel turismo un’attività prettamente stagionale, molti decidono di abbandonare questa via e di dedicarsi ad altro nei periodi dell’anno in cui la richiesta è minore. Di conseguenza, chi ha trovato un lavoro stabile, tra una pausa e l’altra, difficilmente lo abbandonerà questa estate.

Inoltre, continua l’eterna disputa tra imprenditori (che puntano il dito contro una generazione che – a detta loro – non è più in grado di fare sacrifici) e lavoratori (che sempre più spesso denunciano la mancanza di tutele o di un salario adeguato all’attività svolta). La verità, al netto di chi vuole speculare e lucrare alle spalle dei dipendenti, a volte sta però in mezzo.

Per questo motivo, per evitare situazioni del genere, Conflavoro ha proposto di mettere in pratica un modello che assicuri più sostegno a entrambe le parti. Come? Tramite bonus e sostegni ad hoc e programmi di formazione continua nelle scuole e negli istituti professionali.

“Non basta tornare ai livelli pre-pandemia, è necessario un approccio più lungimirante – ha dichiarato il presidente della sede di Rimini e delegato nazionale per la Promozione e accoglienza del territorio, Corrado della Vista -. Per rivoluzionare il sistema è doveroso incentivare la formazione continua e sviluppare le competenze specifiche del mestiere. Prevedere corsi e percorsi formativi scolastici, puntare sull’apprendistato, sviluppare progetti che siano da traino ai professionisti del futuro”.

Da: www.quifinanza.it

Fonte foto: Claps.com